giovedì 12 settembre 2013

L'attesa aumenta il godimento

Oggi a Genova c'è un bel sole ed il cielo azzurro. L'aria lascia trapelare che l'estate sta scivolando via. Ecco perché nel mio giorno libero ho deciso di mettere in ordine gli armadi. La mia ossessione compulsiva li vuole estremamente ordinati, anche cromaticamente parlando. In realtà negli ultimi tre mesi erano un accumulo di vestiti spiegazzati e gettati di fretta. Maniaca del ferro da stiro non so più che peso abbia. Né dove sia, ora che ci penso. Mettiamo via costumi e pantaloncini. L'estate è finita e me l'avete portata via. Come tutto il resto, la pazienza, la fiducia, la serenità. Ma la speranza no. Metto via e preparo le mises autunno-inverno pregustando l'immagine di un piumone, della pioggia e di una cioccolata calda. Di viaggi, di nuove conoscenze, di giornate eterne in ufficio con tisane e leccornie, di serate all'insegna di vicoli alla ricerca di calore. Le mezze stagioni sono il miglior periodo dell'anno. Ti fanno assaporare e aspettare le stagioni forti. Quando iniziano non hai il tempo di viverle che sono già finite. Ma primavera ed autunno...Non è l'appuntamento in sé, ma l'attesa che ne caratterizza il sapore. Ho voglia di un bacio tra il collo e la spalla. Di quelli che ti elettrizzano tutto il corpo. La magia non è quando le labbra toccano la pelle, ma quando senti il respiro e il calore avvicinarsi (e solo nel descriverlo, mi sono venuti i granet [pelle d'oca in piemontese]).

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