lunedì 9 dicembre 2013

Bon Hiver

Only need the light when it's burning low Only miss the sun when it starts to snow Only know you love her when you let her go Only know you've been high when you're feeling low Only hate the road when you're missin' home Only know you love her when you let her go
Non so come cominciare. Se dalla nausea, dalla noia, dalla tristezza, dalla rabbia o dal dolore. Perché è tutto mescolato. Oggi ho rivisto il coglione dopo quattro mesi. Per grazia di Dio i nostri sguardi non si sono incrociati. Ho perso due anni di vita nel vederlo e nel passargli a cinque metri di distanza. Ci fossimo guardati negli occhi mi sarei arresa all'idea che nonostante tutto, nonostante non tornerei mai indietro, rimane la più bella cosa della mia vita. Ed è molto triste il fatto che non possa gioire dei ricordi, che debba provare un nanosecondo di immensa felicità e calore, per poi lasciare spazio alla delusione e al rancore. Ma mi ci attacco saldamente a quel nanosecondo. Per convincermi che ne vale la pena. Che ne sia valsa la pena. Ovviamente dopo 4 mesi di tacco e trucco, lo incontro uscita dalla palestra con stivali e capelli usciti da una gabbia di criceti incazzati, quelli russi, che si mangiano a vicenda. NAUSEA. In realtà mi pesa molto di più il fatto che non mi abbiano fatto un contratto a tempo indeterminato, ma mi abbiano costretto ad un mese di cazzeggiamento forzato per poi riprendermi dopo due anni e mezzo, di nuovo a tempo determinato e sotto agenzia. Per poi chiedermi se voglio ricominciare prima perché c'è troppo lavoro. Mi pesa molto di più il fatto che mi sento come una fidanzata a cui si chiede una pausa di riflessione, giusto per non farmi sentire all'altezza, giusto per far saltare in aria quella poca autostima che uno con tanta fatica cerca di costruire. E non mi dilungo su questo argomento perché di lavori precari, mancanza di meritocrazia, sfruttamento, crisi ne parlano già tutti gli altri e non direi nulla di nuovo. NOIA più RABBIA. E poi ci sono le persone. Quelle che entrano ed escono dalla tua vita. Alcune fanno appena un fruscio, altre rumore, altre ancora casino. Me lo sono tatuato sulla pelle, quindi facile intendere che più lasci il segno più ti amo. Ma non esiste un suono continuo. L'urlo prima o poi finisce, ed io ho una forte predilezione per le persone che se ne vanno. In qualche modo mi abbandonano. La mia prima amichetta delle elementari ha cambiato scuola dopo un anno. Il secondo è morto all'età di nove anni. Da lì in poi ho cominciato a pensare fosse meglio concentrarmi a giocare da sola con Barbie e Ken che almeno se morivano era per mia decisione e con un sacco di magia resuscitavano e vivevano per sempre felici e contenti. Credo sia per questo che sono bipolare. Arrivo ad essere estremamente asfissiante e possessiva per poi sparire e distaccarmi completamente. Ho la sindrome dell'abbandono e per riprendermi ogni tanto faccio che abbandonare io, per creare una sorta di equilibrio. TRISTEZZA. Sto perdendo l'entusiasmo. Nel lavoro, nelle relazioni, nella vita. Mi state continuando a bere quel bicchiere che io vedo sempre mezzo pieno e me lo state svuotando. Togliete quel poco di poesia che rimane. Complicate ciò che è semplice. Rovinate ciò che è perfetto. DOLORE.

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