giovedì 26 dicembre 2013

Psicologia applicata post Hobbit

Mi rubo una ventina di minuti di sonno (chisseneimporta, tanto mi sveglio tra cinque ore dopo averne lavorate otto in un santissimo giorno festivo per gli italiani, ma non per i mangiarane) per esprimere un pensiero or ora partorito mentre mi provavo la mise per domani sera a teatro. Essendo la prima, l'etichetta vuole eleganza, indi per cui ho una montagna di vestiti sopra il letto seppure non per motivi di indecisione, poiché di norma ci ragiono tutto il giorno a tempo perso mentre faccio altro, per poi decidere, aprire con sicurezza l'armadio et voilà pronta per trucco e parrucco. Il problema sta nei chili che ho aggiunto sul mio corpo negli ultimi mesi, e otto chili sono tanti se uno ci pensa, soprattutto quando appunto due vestiti su tre non mi stanno (e avendone tipo sei visto che prediligo jeans e felpe è un gran bel casino). Tuttavia quando mi spoglio non è che non mi piaccia. Anzi penso"minchia D, c'hai due o tre rotoli in più, ma fossi un uomo mi ti farei di brutto ogni giorno". E da queste constatazioni narcisistiche mi è venuto in mente che patisco solo i commenti dei miei fidanzati e di mia madre. Fidanzati non nel senso che ne ho tanti assieme, ma di quelli che ho avuto. Da qui il ragionamento autoanalitico che mia madre ha il vizio di denigrarmi e paradossalmente riesco solo ad innamorarmi di persone che non mi elevano su di un piedistallo, non mi portano sul palmo della mano, ma al contrario, come mammina, fanno di tutto per abbattere la mia autostima. Che appunto non è delle più alte, visto che fin da bambina, tornata a casa, alla frase "mamma ho preso Buono" la risposta è sempre stata "e gli altri quanto hanno preso?".

sabato 21 dicembre 2013

Feliz Cumpleaños

E poi arrivi a casa, stremata, ma felice. Più mi spacco di lavoro più sono felice. Dovevo uscire alle 17 e invece fino alle 19 a dare il meglio che posso per un'azienda che mi fa male quanto un uomo. E poi arrivi a casa e pensi "adesso mi faccio un bagno caldo con un po' di musica in sottofondo, filmetto, incarto gli ultimi regali e poi nanna". E poi arrivi a casa e ti ritrovi la tua coinquilina peruviana di 50 anni che festeggia il compleanno con la sua famiglia e ti dice pure che sei in ritardo. Ok, devo aver dimenticato qualcosa. Tempo zero e ho un bicchiere in mano e una fetta di torta pasqualina che mangio perché è meno faticoso che spiegare che sono vegana e non mangio questo e quello. E poi dopo quei tre bicchieri si comincia a parlare come se in stream of consciousness e arriva la parte migliore. Quella in cui gli occhi, la voce tremula e l'emozione di un uomo sudamericano ti fanno fare un volo transatlantico in un battito di ciglio, e capisci che tutto quello che vorresti nella tua vita più di amore, ricchezza, salute, le solite boiate è poter viaggiare. Portatemi ovunque. Con le vostre storie, con le vostre foto, con i vostri mezzi. E' già troppo tempo che non prenoto un volo. Ma le aspettative sono tante per questo anno venturo. Dubai, Nord Europa e Perù. Difficile poter lasciare un ambito lavorativo che ti permette di rimanere in viaggio se non fisicamente almeno con la mente. Pazienta D, pazienta. Y empieza a soñar y reir!

venerdì 20 dicembre 2013

Atomo

Agrodolce nostalgia. Di quelle che ti fanno venire voglia di un abbraccio, distesi su un letto, morenti tra mille pensieri. Di quelle che ti fanno venire voglia di piangere sommessamente. In silenzio, cullati dall'abbandono. Mi manca la mia persona. Mi sento a metà. Mi sento una funambola perfettamente in equilibrio, ma priva di emozioni. Non do emozioni. Non ne ricevo. E tutta questa calma apparente so che sta covando nel profondo una burrasca. Ma stasera no. Stasera mi sento così. Vorrei solo ascoltare musica melensa, fumarmi una bomba e lacrimare il giusto per farmi capire che non cadrò in quel terribile status di apatia. Preferisco odiare, star male, ma pur sempre provare qualcosa.
No reason to stay is a good reason to leave

lunedì 9 dicembre 2013

Bon Hiver

Only need the light when it's burning low Only miss the sun when it starts to snow Only know you love her when you let her go Only know you've been high when you're feeling low Only hate the road when you're missin' home Only know you love her when you let her go
Non so come cominciare. Se dalla nausea, dalla noia, dalla tristezza, dalla rabbia o dal dolore. Perché è tutto mescolato. Oggi ho rivisto il coglione dopo quattro mesi. Per grazia di Dio i nostri sguardi non si sono incrociati. Ho perso due anni di vita nel vederlo e nel passargli a cinque metri di distanza. Ci fossimo guardati negli occhi mi sarei arresa all'idea che nonostante tutto, nonostante non tornerei mai indietro, rimane la più bella cosa della mia vita. Ed è molto triste il fatto che non possa gioire dei ricordi, che debba provare un nanosecondo di immensa felicità e calore, per poi lasciare spazio alla delusione e al rancore. Ma mi ci attacco saldamente a quel nanosecondo. Per convincermi che ne vale la pena. Che ne sia valsa la pena. Ovviamente dopo 4 mesi di tacco e trucco, lo incontro uscita dalla palestra con stivali e capelli usciti da una gabbia di criceti incazzati, quelli russi, che si mangiano a vicenda. NAUSEA. In realtà mi pesa molto di più il fatto che non mi abbiano fatto un contratto a tempo indeterminato, ma mi abbiano costretto ad un mese di cazzeggiamento forzato per poi riprendermi dopo due anni e mezzo, di nuovo a tempo determinato e sotto agenzia. Per poi chiedermi se voglio ricominciare prima perché c'è troppo lavoro. Mi pesa molto di più il fatto che mi sento come una fidanzata a cui si chiede una pausa di riflessione, giusto per non farmi sentire all'altezza, giusto per far saltare in aria quella poca autostima che uno con tanta fatica cerca di costruire. E non mi dilungo su questo argomento perché di lavori precari, mancanza di meritocrazia, sfruttamento, crisi ne parlano già tutti gli altri e non direi nulla di nuovo. NOIA più RABBIA. E poi ci sono le persone. Quelle che entrano ed escono dalla tua vita. Alcune fanno appena un fruscio, altre rumore, altre ancora casino. Me lo sono tatuato sulla pelle, quindi facile intendere che più lasci il segno più ti amo. Ma non esiste un suono continuo. L'urlo prima o poi finisce, ed io ho una forte predilezione per le persone che se ne vanno. In qualche modo mi abbandonano. La mia prima amichetta delle elementari ha cambiato scuola dopo un anno. Il secondo è morto all'età di nove anni. Da lì in poi ho cominciato a pensare fosse meglio concentrarmi a giocare da sola con Barbie e Ken che almeno se morivano era per mia decisione e con un sacco di magia resuscitavano e vivevano per sempre felici e contenti. Credo sia per questo che sono bipolare. Arrivo ad essere estremamente asfissiante e possessiva per poi sparire e distaccarmi completamente. Ho la sindrome dell'abbandono e per riprendermi ogni tanto faccio che abbandonare io, per creare una sorta di equilibrio. TRISTEZZA. Sto perdendo l'entusiasmo. Nel lavoro, nelle relazioni, nella vita. Mi state continuando a bere quel bicchiere che io vedo sempre mezzo pieno e me lo state svuotando. Togliete quel poco di poesia che rimane. Complicate ciò che è semplice. Rovinate ciò che è perfetto. DOLORE.

giovedì 5 dicembre 2013

Pantagruel

Riconoscere di avere un problema è già un grande passo avanti. Il non riuscire a risolverlo è di per sé il problema di un problema. Chiedere aiuto vuol dire progredire. Il non riuscire ad accettarlo è regressione. Capire quanto sia grave è positivo. Il non riuscire ad uscirne è snervante. E' il tutto insieme che alla fine mi sta fottendo. Il senso di fastidio, di impotenza, di inadeguatezza. L'assenza di un punto fermo, di un posto nel mondo di un appiglio. Mi sembra di essere ripiombata indietro di 3 anni, quando sopravvivevo a stento per arrivare al weekend e spaccarmi di 30 ore di lavoro concentrate. Mangio. Mangio come se non ci fosse un domani. Comincio e non riesco a smettere. Oddio, smetto quando i crampi allo stomaco si fanno sentire. Quando la nausea soprassale (non so se esiste veramente questo termine). Ho una fame compulsiva. Isterica. Ingrasso a vista d'occhio. Mi sto pandizzando. Sono infelice tutto qui. Molto probabilmente cerco di dare peso ad un corpo che si sente come un giunco. La cosa che mi spaventa di più è che la mia infelicità corrisponde all'apatia. Non sono triste, non piango. Incazzata quello sempre, è nel DNA. Ma sono apatica. Non ho motivazione. Non ho entusiasmo. Davvero è questa la vita? Sopravvivere ingozzandosi e aspettando che la variante X dia una scossa? O molto semplicemente quello che voglio provare fisicamente è quello che prova la mia anima: vomito.

lunedì 2 dicembre 2013

Lo sbaglio

Le abitudini sono l'illusione più potente della nostra vita. Basta un niente per sconvolgerle, annullarle e reinventarle. Dall'oggi al domani, la tua routine cambia, e tutto ciò che ti fa stare bene, che ti ha creato una sorta di equilibrio viene distrutto. Non puoi mai sapere che cosa ti accadrà. Devi essere pronto a tutto, ad affrontare ogni tipo di sfida, soprattutto la più ardua: il cambiamento. Il computer funziona a malapena, e la connessione è sparita per due settimane. Avrei voluto scrivere diverse cose. Meno male non l'ho fatto perché rileggendo avrei solo più amaro in bocca. Ricevo l'ennesimo schiaffo da una società precaria. Mi accorgo ancora di più che in un oceano di squali continuo ad essere Nemo nonostante la forza. Ho più coglioni io di uomo medio, ma gira che ti rigira rimango Geisha. Un passo avanti e due indietro. Non sto progredendo, non sto migliorando. E ha ragione chi mi dice di gettarmi in balia del vento, di mollare abitudini, quel poco di certo che certo non è, e inseguire nuovi sogni. Proviamo, tanto è il destino che deciderà per me. Se riguardo la mia vita vedo tutto perfettamente "enchainé". L'importante è non avere rimpianti, non domandarsi mai "e se?". Sono sul bordo del precipizio, ma il segreto è la voglia di volare e non la paura di cadere.

mercoledì 20 novembre 2013

Grazie Shonda!

Ho provato così tanto dolore che a volte mi sento invincibile. Ho provato così tanto dolore che al pensiero di poterlo riprovare mi si blocca il respiro e vado in apnea. [Me la sono tirata così tanto che alla fine il pc si è rotto davvero.]

martedì 22 ottobre 2013

You can (not) advance

La parte più bella del viaggio è quando ti stacchi dal luogo d'origine. Non è la meta in sé, ma l'arrivarci. Non è il volo, è il decollo. E' il sentire il vuoto sotto i piedi, il trovarsi in un limbo tra partenza ed arrivo. Sai cosa lasci, non sai cosa trovi, ed è questo l'affascinante. L'incognita. L'aspettativa. Tuttavia non c'è andata senza ritorno e non c'è un solo domani che non sia influenzato da un solo ieri. Ma la perfezione sta proprio lì, nel mezzo, nel presente. Quella frazione di secondo in cui smetti di voltarti indietro e non pensi ancora all'orizzonte. Stabilità labile, ma intensa.

martedì 15 ottobre 2013

How do you call it?

Nella mia fantasia esiste un uomo che incontra una donna. In qualche modo i loro destini si accavallano e i loro occhi si incrociano. Questione di magnetismo, di chimica, le loro vite si appartengono. Lo sanno, lo capiscono e non riescono a fare null'altro se non attrarsi. Nella mia fantasia, così come queste stupide ballate medievali ci hanno insegnato, l'uomo invita la donna a trascorrere da solo con lei del tempo per conoscerla meglio, per illudere lo spazio che li divide, per ingannare il tempo che li separa. I cuori battono, le menti si collegano. La sintonia cresce a mano a mano che cresce la consapevolezza di non sapere fare a meno l'uno dell'altra. Nella mia fantasia una volta arrivati all'apice del desiderio di non dividersi più, i loro corpi si uniscono. Pelle e ossa mischiati. Tutti i cinque sensi si acutizzano tanto da portarti all'altro mondo. E molto probabilmente ci si avvicina a quello che chiamano Dio. I loro due corpi. Un'unica anima. Orgasmo fisico e mentale diventano un tuttuno. Nella mia fantasia esiste.

martedì 1 ottobre 2013

Moody

26 giorni al mio compleanno. Meno male non ne compio 30 perché con questo low budget non avrei potuto fare nessun festeggiamento degno di nota. Tuttavia grazie alla Ryanair e a dei compagni di viaggio comprensivi e generosi mi aspettano 3 viaggi non da poco! Bruxelles prenotata, Vienna pianificata e Marrakesh avvistata. [Incipit partorito ieri, di buonissimo umore, e non pubblicato causa spegnimento pc]. Ecco, non mi ricordo minimamente come volessi procedere, anche perché quando scrivo utilizzo una sorta di stream of consciousness, quindi o continuo o perdo tutto. Fatto sta, che stamattina, -25 giorni al mio compleanno, mi viene voglia di elencare (viaggi a parte) tutto ciò che vorrei per celebrare la mia nascita sulla Terra, che amo e odio in base all'umore mattutino. Un fottutissimo pc nuovo. Questo va ancora, infatti non è essenziale, ma che palle dura 20 minuti senza cavo, ci metto mezzora per metterlo in posizione tale che faccia contatto e si ricarichi, ed è un regalo-scarto del coglione, quindi è ora di liberarsene. Un cellulare nuovo. Idem, non essenziale, ma avendo cambiato numero e mail l'account gmail ha scazzato, le applicazioni non si aggiornano, le foto vengono male (altro discorso)ed è un regalo del coglione. Un paio di borse nuove. Avere un amico gay fissato con la moda, per una che alla fine mette il 12 solo per baccagliare o avere la parvenza di essere in carriera, è una tragedia. Vuol dire essere sotto esame ogni giorno e dover per forza accorgersi che la borsa è "fuori stagione". Un paio di scarpe nuove. Qua un omosessuale o uno shopaholic non sono necessari per capire che o mi compro qualcosa o al lavoro ci vado scalza quest'inverno. Un portafoglio nuovo. Credo che questo stia implorando pietà nonostante abbia solo un anno di vita perché si sente inutile. E' sempre vuoto. Mi fermo qui perché ho uno stipendio da impiegata, non da manager e lascio il resto della lista per Natale. E mi fermo perché mia cara D, sappiamo benissimo che alla fine quel poco che ti rimarrà sul conto, dopo Bruxelles e l'ennesima cazzata dei tuoi, sarà speso per un numero indefinito di negroni sbagliati e gli abbonamenti a tutti i teatri di Genova.

lunedì 30 settembre 2013

Weekendiera

Io e l'alcohol abbiamo una relazione distruttiva ultimamente. La classica frequentazione a cui vorresti dire basta, la cui nocività ti è conscia, eppure non riesci a smettere. E' lunedì, e ieri era domenica, e domani è martedì. Passato, presente, futuro. Vorrei davvero darci un taglio, ma il telefono squilla di continuo e tutto ciò che non ho vissuto finora mi seduce e chiama come sirene omeriche. Poi la gente non capisce, sono piemontese, ho il barbera al posto dei globuli rossi, è normale che io beva come una spugna e pochi uomini riescano a starmi dietro. Stasera giusto due bottiglie e i miei compagni di viaggio sono usciti da casa mia storti. Io sono qui che seduta sul WC penso "cazzo ho preso 3 kg, ho una pancia da 4° mese di gravidanza, devo smettere di fare l'alcolizzata". Sono confusa. Ho passato una notte tra le braccia di uno, con una maglietta del Doria addosso e una gatta ronrosa sotto al collo, con attacchi di panico alternati ad attimi di pace. Sbiello per uno che più simile al coglione non ce n'è e continuo a chiedermi cosa sbaglio. Ho sonno e non dormo. Tanto sonno. Sono tranquilla eppure qualcosa mi si smuove dentro. Sarà la pessima alimentazione. Vegana e alcolizzata sono un ossimoro. Vorrei finire Death Note, ma non ho voglia di concentrarmi su nulla. Cazzo ho gli occhi a cuore per un paio di mail di un pivello dell'86. Possibile che devo andare anche io in analisi come le mie colleghe a 80 euro all'ora per guarire?

martedì 24 settembre 2013

E' l'una di notte e tutto va bene...

Pensieri sparsi: 1) Prendete uno dei vostri ricordi più belli di coppia. Uno di quelli che ti scalda il cuore, uno di quelli di cui custodisci uno scatto indelebile nella tua memoria. Assaporatene il gusto nostalgico e al tempo stesso dolce. Anche se adesso in coppia non ci siete più, sono certa che uno di questi ricordi vi solleveranno l'angolo della bocca. Ecco prendete quel ricordo e vivetelo con un'altra persona. Stesso luogo, stessa dinamica. E ora ditemi che gusto ha e da che lato la bocca si storce. 2) Avete mai notato che in tutte le popolazioni, etnie, classi sociali, il ballo è un carattere distintivo ed essenziale? Primitiva o all'avanguardia che sia, una popolazione balla a modo suo. Il movimento del nostro corpo trasmette ciò che abbiamo dentro. Vi è mai capitato di ballare con un partner, uomo o donna che sia, e di condividere allo stato puro il movimento? Simbiosi. Non è necessario amarsi, volersi bene, conoscersi. I vostri corpi entrano in simbiosi, si muovono all'unisono, fluttuosi e ritmati. Credo sia una delle poche cose che rasenta l'accoppiamento. L'estasi. Vi giuro che avere un uomo che mi guida e riesce a farlo senza che io opponga resistenza ha il suo fascino. Il fatto di non provare nessuna attrazione fisica né mentale per questa persona rende il tutto estremamente interessante. 3) Beciare. In genovese limonare duro. A parer mio fa bene alla salute. Scambio di effluvi e di emozioni. Purtroppo molto meno puro quando pratichi intorno ai 30 e le lingue che si intrecciano ti portano a brividi lungo la schiena che ti fanno subito pensare a vestiti che volano. Ma pur sempre catartico. Specialmente se dopo, chi hai beciato non ti rompe i maroni. Il coglione è stato mandato a Genova. Grazie Stato. So che è la punizione per non aver votato negli ultimi anni e per aver sognato sovente di scappare all'estero. 4) Amsterdam o Bruxelles?

venerdì 20 settembre 2013

Azione!

Una volta ho fatto un sogno bellissimo. Credo lo ricorderò a vita assieme ad altri pochi. Su Genova si abbatteva l'oscurità, nuvole nere, fulmini, tuoni e il male. È giusto che la difenda perché domani è domenica e voglio andare con il mio fidanzato al mare. Allora spicco il volo (adoro quando sogno che volo, mi capita spesso e provo un'emozione indescrivibile), passo su Albaro, su Sturla e lancio un bacio alla caserma dove è ubicato il coglione. Corro contro il pericolo con uno scettro scintillante alla Sailor Moon e creo un vortice in cui tutta l'oscurità viene risucchiata. Albeggia a levante e sempre in volo spalanco le braccia e grido "Sei la mia cittàààà!!!!!"... Ora, al di là dell'infantilismo dei miei sogni, ora che sulla caserma ci vorrei lanciare un bel Fascio di Luce - Maremoto di Nettuno - Cerchio di Fuoco invece che bacetti, ogni mattina io mi sveglio felice se penso ad una passeggiata in corso Italia, allo shopping sotto i portici di Via XX, ad un aperitivo nei vicoli, al melting pot culturale, al continuo sciopero dei trasporti, alla sporcizia delle strade, al porto e alle sue navi, alla Lanterna e ai miei uffici, alle poesie sparse sui pali di Melina Riccio, alle scritte anarchiche di via Balbi, ai folli che becchi per strada, alle locandine di feste sudamericane, al fanatismo per la Samp, al profumo del mare di Boccadasse, a tutti i luoghi e a tutti i posti che ancora non conosco. Mi sono trasferita qui due anni fa per amore di uno, e adesso resto per amore di seicento mila.

giovedì 12 settembre 2013

L'attesa aumenta il godimento

Oggi a Genova c'è un bel sole ed il cielo azzurro. L'aria lascia trapelare che l'estate sta scivolando via. Ecco perché nel mio giorno libero ho deciso di mettere in ordine gli armadi. La mia ossessione compulsiva li vuole estremamente ordinati, anche cromaticamente parlando. In realtà negli ultimi tre mesi erano un accumulo di vestiti spiegazzati e gettati di fretta. Maniaca del ferro da stiro non so più che peso abbia. Né dove sia, ora che ci penso. Mettiamo via costumi e pantaloncini. L'estate è finita e me l'avete portata via. Come tutto il resto, la pazienza, la fiducia, la serenità. Ma la speranza no. Metto via e preparo le mises autunno-inverno pregustando l'immagine di un piumone, della pioggia e di una cioccolata calda. Di viaggi, di nuove conoscenze, di giornate eterne in ufficio con tisane e leccornie, di serate all'insegna di vicoli alla ricerca di calore. Le mezze stagioni sono il miglior periodo dell'anno. Ti fanno assaporare e aspettare le stagioni forti. Quando iniziano non hai il tempo di viverle che sono già finite. Ma primavera ed autunno...Non è l'appuntamento in sé, ma l'attesa che ne caratterizza il sapore. Ho voglia di un bacio tra il collo e la spalla. Di quelli che ti elettrizzano tutto il corpo. La magia non è quando le labbra toccano la pelle, ma quando senti il respiro e il calore avvicinarsi (e solo nel descriverlo, mi sono venuti i granet [pelle d'oca in piemontese]).

martedì 10 settembre 2013

La mia parte intollerante

Mi sono riattivata su Facebook. In modo ovviamente codardo in quanto ho attivato il profilo meno compromettente e con gente solo dell'ufficio. Ma mi è bastato per ricordarmi che la gente non mi piace, che voi non mi piacete e che fate di tutto per deludermi se per un nanosecondo penso meritiate. Più passano i giorni e più mi rendo conto che le possibilità di una relazione duratura con me, qualsiasi essa sia, è impossibile. Sì, mi manca un orgasmo mentale. Una persona che mi dia una scossa per ricordarmi che non sono pazza e che le pippe mentali che mi faccio sono di uso comune. Che mi dia quello che cerco. Connessione. Forse ho guardato troppo i Gemelli del Destino da piccola. La mia coinqui mi ha detto che dalle relazioni cerchiamo ciò che ci manca. Sto cominciando a pensare di aver patito l'assenza di un fratello/sorella. Alla fine cerco sempre un compagno di giochi. Quel rapporto indissolubile. Ma se mi viene il ciclo in vista di un appuntamento galante di cui sono poco sicura, è un segno del destino?

domenica 8 settembre 2013

Una capirinha in una mano, una bomba nell'altra

Credo di aver preso 3 kg in 3 giorni. Week end inaspettato, insolito e ancora da catalogare. Sicuramente alla base ci sono alcohol, cibo, nuove conoscenze. Come al solito nessuna che mi abbia titillato le sinapsi. Ma nuovi compagni di viaggio probabili. Ora ho perso il filo perché sto guardando JLo che limona con Clooney. Cercando di distogliere ora i miei pensieri dal rapporto uomo/donna e da quanto Georges sarebbe in grado di farmi fare qualsiasi cosa volesse senza parlare, cerchiamo di riprendere la trama. Niente da fare. Ora mi è venuto in mente un simpatico post del Coglione su JLo delle prime settimane che stavamo assieme e mi è venuta la carogna. In più ora copulano selvaggiamente (ma che film è???). Oh grazie al cielo la pubblicità. Ciao D, un mese e mezzo al tuo compleanno. Ho la netta sensazione che sarà speciale. E giustamente mi regalerò un week end fuori porta. Giusto per ricordarmi che la vita scorre e io ho solo visto il 7% del mondo (così dice TripAdvisor). Organizzare un viaggio mi rende felice. Scegliere dove andare, come, con chi, mi stimola. [E' la fase in cui JLo si comporta da donna e vuole PARLARE di ciò che è appena successo con Georges, e lui ovviamente, uomo, scivola via come una biscia dall'argomento]. Fino ad oggi pensavo a quanto siano lontane le ferie, ma mi sono resa conto che non devo aspettare tre mesi per partire. Necessito di respirare nuovi profumi, di sentire nuovi accenti, di parlare nuove lingue. E' paradossale il fatto che gli unici uomini che abbia mai amato non siano mai usciti praticamente dall'Italia, se non dalla regione. Le mie relazioni mi hanno frenato. Sicuramente adesso sarei al 15%. Non mi resta che sfruttare al massimo questo periodo prima di incappare di nuovo nell'ennesima persona sbagliata. Voglio un compagno di viaggio. Dovrei fare la lista di come vorrei che fosse il mio ideale compagno di vita e paragonarlo a ciò di cui mi sono innamorata. Successivamente andare in analisi e farmi spiegare il perché ciò che si vorrebbe a volte non lo si vuole comunque. In tutto questo guardo a quanto ero felice oltreoceano. Con il sole caraibico sulla pelle bianca in contrasto con quella nera della popolazione. Con tre lingue invece di una. Con una storia diversa ogni giorno. Con persone diverse ogni ora. E stelle marine grosse come gatti tra le mani. Forse ho sbagliato tutto nella mia vita o forse è la mia vita che ha sbagliato tutto con me.

sabato 7 settembre 2013

Maalox

Perdo subito la pazienza. Non va bene. Sto dipendendo ancora troppo da Voi. Distacco D, distacco. Equilibrio. Le ferie sono davvero troppo lontane, ma ci starebbe proprio un bel viaggio da sola. Come a Parigi. Anche perché almeno se sono all'estero ho la scusa di non dover rispondere al telefono a mia madre più di una volta al giorno. Tipo adesso che sono comodamente seduta sul water a riflettere sui problemi del mio mondo il cellulare in camera ha squillato 3 volte e quello di casa una. Eppure sono anni che cerco di insegnarle di far passare 20 minuti da una chiamata all'altra. Sì, forse dovevo imbarcarmi di nuovo e rimanerci ai Caraibi. Lì c'era pure la scusa del fuso orario. Bene. Volevo scrivere qualcosa sulla mia intolleranza, ma in certi momenti capisco che sono veramente paziente. Vado a rispondere a madre prima che il cell si fonda sulle lenzuola.

giovedì 5 settembre 2013

Just keep on trying, keep on flying, I will be the light

Tanta voglia di scrivere e poca voglia di lasciarsi andare. Tanta voglia di comunicare e poca di essere ascoltata. Necessità estrema di raggiungere l'estremo. Di sentire l'adrenalina in corpo. Qualcuno vuole fare parapendio con me? Dai, è una cavolata, non chiedo paracadutismo, ma un giretto in tandem ad alta quota. Ho solo bisogno di sentirmi viva. Ormai ho solo più la sensazione di perdere tempo nella quotidianità, nell'abitudine, nella routine. Non voglio più rimandare nulla. Ho perso già troppo tempo. Esistono ancora persone che vogliono veramente qualcosa e vanno a prendersela?

You are (not) alone

..E non vorrei essere al tuo posto. Di quando riceverai la chiamata che ti dirà che c'è un pacco per te. E non vorrei essere al tuo posto quando arriverai a casa e lo aprirai. E non vorrei essere al tuo posto quando una valanga di emozioni di trascineranno giù e ti toglieranno il respiro. Quando il tuo cuore accelererà per poi bloccarsi. Quando lo stomaco ti si chiuderà e te lo ritroverai mischiato all'intestino. Quando il tuo cervello non saprà se ordinarti di piangere, tirare un pugno, gettare via tutto. Quando dovrai scegliere tra odio e indifferenza. I ricordi sono ciò che uno è. Ti sventrano il subconscio per arrivare giù, sempre più giù dove non vorresti arrivare.

lunedì 2 settembre 2013

Tempus Fugit

Che cosa ci differenzia dagli animali non umani? L'intelligenza? La stupidità? L'odio? L'amore? La consapevolezza che tutto ha una fine? Il nostro istinto di sopravvivenza è affiancato dalla razionalità. Viviamo, moriamo. Nella migliore delle ipotesi dopo una settantina d'anni. Il non senso ci obbliga a trovarne uno per avere la forza di andare avanti. Chiudi gli occhi e ti ritrovi dieci anni più vecchio e guardi indietro sperando di aver impiegato bene il tuo tempo. Speranza vana ovviamente. Non ne siamo in grado perché assieme ad istinto e consapevolezza viaggia anche l'illusione. Il distacco dalla realtà. Non pensi che oggi sia il tuo ultimo giorno, non pensi che la vita sia una, non pensi. Ti dimentichi di quanto il tempo sia prezioso e di quanto sia importante condividerlo con persone speciali. Il tuo encefalogramma emozionale si appiatisce.

sabato 31 agosto 2013